L’importanza del rilievo per il progetto urbano

(Pietro Cafiero, 27 ottobre 2006)

 

 

 

 

Perché si fa un rilievo.

Cos’è un rilievo? A livello intuitivo tutti lo sappiamo, ma dobbiamo osservare che per urban planners e designers ne esistono di svariati tipi: c’e quello che si redige in un appartamento o in un intero fabbricato prima di effettuare lavori di ristrutturazione, c’è il rilievo ben più dettagliato necessario al restauro dei monumenti, c’è il rilievo topografico che precede il disegno di una mappa, e così via.

Il rilievo che interessa a noi è quello urbanistico, finalizzato alla progettazione urbana. Strumento analitico e conoscitivo allo stesso tempo, potemmo paragonarlo a un'analisi medica volta a controllare lo stato di salute del paziente e necessaria per la prescrizione di un’eventuale cura (il progetto). In particolare, un buon rilievo urbanistico è indispensabile per comprendere lo spirito del luogo (genius loci) e analizzare il suo DNA, onde evitare che il nostro progetto venga “rigettato” dall’organismo in cui lo andiamo a “trapiantare”.

Pensare e predisporre il rilievo urbanistico è il primo passo da compiere del processo progettuale: atto che, dati appunto gli intenti del progetto, consiste nella selezione preliminare delle informazioni da ricercare e degli elementi da considerare con maggiore attenzione e grado di dettaglio, e di quanto invece può essere lasciato in secondo piano o addirittura trascurato. Tale scelta influenza inevitabilmente l'esito del lavoro, nel senso che condiziona tutte quelle successive del progetto che sul rilievo appunto si fonda.

Un buon rilievo urbanistico è un'operazione di tipo più interpretativo che documentario e dunque non presume di essere necessariamente "oggettiva". Pertanto è bene evitare quei rilievi a tappeto per così dire "scientifici" che raccolgono e catalogano tutte le infinite informazioni contenute in un sistema insediativo (qualunque esso sia), ma asetticamente e imparzialmente, e quindi non riescono a dar loro una gerarchia di valori: col che sempre (oltre che ridondanti, faticosissimi, lunghi e molto costosi) sostanzialmente inutili. Quello che serve per davvero è invece un rilievo decisamente interpretativo redatto con intelligenza: infatti, quando è ben fatto, esso rappresenta per così dire già una buona metà del progetto.

Un buon rilievo è già metà progetto

Questo è un concetto importante. Il rilievo precede il progetto, è finalizzato alla sua redazione, ne costituisce il punto di partenza. Un rilievo non viene effettuato se non c’è l’esigenza di fare un progetto. Si può pensare che questi due atti siano in realtà due momenti consecutivi di uno stesso processo, quello di trasformazione di un “qualcosa”, inteso nel senso più ampio del termine (dal cucchiaio alla città).

Il progetto (urbano, architettonico, d’interni...) infatti può essere definito come un atto di prefigurazione del cambiamento dell’assetto di un luogo, la previsione di un mutamento nella configurazione di un determinato spazio. Progettando un rilievo, si opera una selezione nelle informazioni che si andranno a ricercare in un dato territorio. La scelta di cosa rilevare e cosa trascurare, determinata dal tipo di progetto da realizzare, è in sé un atto progettuale, capace di influenzare l’esito del rilievo stesso. Ne consegue che l’atto conoscitivo insito nel rilievo è un atto progettuale. In Fisica il principio di indeterminazione di Heisenberg, afferma l’impossibilità di conoscere contemporaneamente velocità è posizione di un elettrone, poiché l’atto di osservarlo ne modifica la condizione di stato. Allo stesso modo nel momento in cui opero un indagine conoscitiva di un territorio, in qualche modo lo “modifico”, perché il rilievo contiene in nuce i “germi” del progetto.

E, in quanto elemento fondamentale del processo di progettazione, il rilievo va trattato con la stessa delicatezza e attenzione che di solito si riservano al progetto.

 

 

Come si fa un rilievo urbanistico.

Avendo spiegato perché “un buon rilievo è già metà progetto” bisogna ora illustrare quale è il modo migliore per procedere nella redazione di questo elaborato.

Il rilievo davvero utile è in buona sostanza una sintesi che coniuga la completezza delle informazioni pertinenti al progetto con la capacità di trasmetterle in maniera chiara e immediata. Dal punto di vista operativo per realizzarlo bisogna dunque:

§         chiarire le finalità del lavoro;

§         effettuare un sopralluogo conoscitivo preliminare e generale dell’area da rilevare e identificare i temi problematici presenti e le caratteristiche salienti dei luoghi, sempre in ordine agli intenti del progetto che si avvarrà del rilievo;

§         predisporre la cartografia di base topografica e catastale e le schede-tipo correlate, dove saranno raccolte le informazioni necessarie secondo pre-codifica delle voci, lasciando sempre ampio spazio per quante note e osservazioni non pre-codificate si dovranno aggiungere;

§         redigere fisicamente il rilievo sul posto, ovvero compilare (di solito manualmente e in minuta, nonché con l'aiuto di fotografie) le schede e le mappe correlate;

§         restituire graficamente questi materiali in "bella copia" in modo adeguato.

 

 

Restituzione grafica del rilievo

Le tavole di rilievo devono fornire gli elementi di dettaglio necessari alla redazione del progetto e allo stesso tempo garantire una visione di insieme. Gli elementi da “trascrivere” nelle tavole sono tratti in primo luogo dalle schede, ma anche dagli schizzi redatti sul posto e dalle foto scattate nella fase di rilievo sul campo. Mentre è molto importante che vi sia modo di risalire rapidamente alla scheda partendo dal disegno, scegliendo simbologie grafiche e colori adatti allo scopo, non è tuttavia opportuno inserire nei disegni assolutamente tutte le informazioni rilevate, per non appesantirli troppo col rischio di renderli illeggibili e quindi inutili (anche perché, ove necessario, per approfondire o segnalare determinati elementi si possono sempre aggiungere scritte e annotazioni non sistematiche a margine).