“Dal cucchiaio alla città”
Walter Gropius
Architettura a trecentosessanta
gradi
In un
periodo in cui la ricerca della specializzazione a tutti i costi, la
costruzione di professionalità a compartimenti stagni pervadono
il mondo dell’università e del lavoro, sembra un anacronismo affermare la
propria visione dell’architettura come disciplina a tutto campo.
Eppure credo che la scelta di promuovere un costante sviluppo dei
miei interessi professionali nelle più diverse direzioni sia giusta oltre che
vincente.
L’attuale
modello accademico tende a formare figure professionali sempre più limitate
nelle competenze, promuovendo una settorializzazione
del sapere che a lungo andare sembra essere deleteria.
Un
mio vecchio professore di Composizione era solito ripetere che per saper
progettare la città è “necessario saper prima
progettare il cesso di una casa”.
In
termini coloriti ma efficaci, lui cercava di spiegare che solo avendo un’idea
complessiva dell’architettura in tutti i suoi aspetti è
possibile progettare con la giusta consapevolezza.
Condivido
in pieno questo principio sineddotico tanto da
utilizzarlo come elemento fondante della mia progettazione. Invece nei consigli
di facoltà si sostiene in maniera convinta che i laureati in Pianificazione non
devono saper progettare!
Credo
di poter affermare che l’ultima generazione di architetti
relativamente valida sia quella che si è formata col vecchio ordinamento.
In
questo contesto risulta chiaro che architetti capaci di
occuparsi tranquillamente di design come di pianificazione o di architettura di
interni come di progettazione edilizia non se ne creino più. E
molti di quelli che appartengono ormai ad un glorioso passato, non sempre sono
rimasti al passo con le necessità della società contemporanea o aggiornati
delle ultime tendenze nei vari campi disciplinari.
Di
fatto quando progetto il mio punto di partenza è
sempre quello di un rilievo attento e rigoroso del contesto, per meglio
comprenderne il senso. Sarebbe altrimenti difficile rispettare il genius loci, obiettivo imprescindibile di ogni mio gesto architettonico.
Il
rilievo aiuta a comprendere lo spirito del luogo e ad analizzarne il DNA,
informazione indispensabile per evitare che il progetto venga
“rigettato” dall’organismo in cui lo andiamo a “trapiantare”.
Il
passo successivo è quello di una analisi profonda e
dettagliata attraverso la stesura delle prime ipotesi. Infatti
l’atto conoscitivo insito nell’analisi è un atto progettuale. È un po’ come il principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma l’impossibilità di
conoscere contemporaneamente velocità è posizione di un elettrone, poiché il
fatto di osservarlo ne modifica la velocità. Allo stesso modo, nel momento in
cui opero un indagine conoscitiva di un territorio o di un oggetto, già lo sto
modificando attraverso il progetto, ovvero sto prefigurando i suoi mutamenti.
Solo
con una faticosa stratificazione e sedimentazione delle ipotesi progettuali, quasi sempre realizzate a mano e con l’ausilio di maquettes si può
giungere ad un risultato onesto e soddisfacente. Il computer e il disegno al
CAD entrano in gioco solo nel momento in cui si tratta di finalizzare
il progetto per presentarlo in “bella copia”.
Lo
stile di vita contemporaneo e cittadino è ipercinetico,
urgente, sintetico e giocoforza superficiale. I luoghi dove abitiamo o
lavoriamo solitamente riflettono questi modelli aberranti. Il mio modo di
intendere il progetto di architettura tende a
contrastare questi modelli, creando spazi a misura d’uomo, confortevoli e
soddisfacenti dove l’individuo è protagonista e non ospite appena tollerato.
Tutto
ciò vale, citando Gropius,
sia per il cucchiaio che per la città, dal momento che il metodo per affrontare
entrambi è esattamente il medesimo. Quello che cambia è la scala
dell’intervento.
Questa in sintesi la mia filosofia progettuale.
Il
sito ha pertanto lo scopo di mostrare in maniera didascalica le mie idee in
materia di architettura e le mie capacità attraverso
la rassegna dei progetti più significativi.
Potrete
trovare conferma di quanto detto sopra poiché saranno presentati lavori di design, di grafica, di
architettura di interni, di progettazione e di urbanistica.